Museo Rose Antiche

museo rose antiche

Risparmiate le rose

Ci stiamo avvicinando al periodo dell’anno in cui le menti si volgono alla potatura delle rose: Cesoie e coltelli affilatissimi,

 

Brandendo queste armi di distruzione, battaglioni di giardinieri professionisti e di appassionati avanzano, preparandosi a compiere il peggio, come da tempo immemorabile è stato loro insegnato. L’ordine è tassativo: “Tagliate fino a terra; tagliate fino al secondo o al terzo fiore; tagliate finchè rimangono solo cinque centimetri che si ergono dritti. Non abbiate pietà, siate crudeli; tagliate per avere bei boccioli, boccioli da esposizione, anche se non intendete esibirli. Non vi curate dell’aspetto del vostro giardino, o della naturale vivacità delle vostre rose. Maltrattatele con più durezza possibile, come i genitori vittoriani maltrattavano i loro figli”.

 

Mi rallegra il fatto che si stiano diffondendo nuove idee. La rosa, anche l’ibrida tea e l’ibrida perpetua, non viene più considerata una nana striminzita, ma un arbusto dalla prosperosa fioritura. Lasciatela crescere, anche fino a un metro o poco più, e chinare di lato la testa come credo voglia fare. Il pensiero è sorto in me durante la guerra, quando in qualità di rappresentante della Land Army, il corpo delle lavoratrici agricole, ebbi occasione di visitare diversi piccoli giardini i cui proprietari erano stati chiamati altrove. Quei giardini erano un triste ammasso di erbacce, ma le rose si ergevano alte, superbe e orgogliose, solo perché non erano state importunate per due, tre, cinque anni. Poi ho ammirato nel giardino ben tenuto di un’amica simili cespugli di rose che, ella mi ha assicurato, erano state toccate molto raramente da quando le aveva piantate, trent’anni prima. Si era solo limitata a reciderne le estremità, a rimuovere i rami morti e quelli deboli; per il resto le aveva lasciate completamente libere. Il risultato era superbo e sorprendente. La predilezione per i giardini generosi fa parte della mia filosofia del giardinaggio. Mi piace la prodigalità ovunque la trovi, nei giardini o altrove. Odio vedere le cose misere e stentate. Anche il più piccolo giardino può essere prodigo nei suoi limiti, e ora vi suggerisco di provare, come esperimento, a non mutilare le vostre rose fino al livello del suolo, almeno per un’anno; poi state a vedere cosa accade.

 

Ripreso dal volume: “Il giardino alla Sackville-West”, raccolta curata da Robin Lane Fox Pag. 62-63, edizioni Franco Muzzio Editore