Museo Rose Antiche

museo rose antiche

Andiamoci piano con le forbici

di Nita Stross, da “Il Giardino Fiorito” – Marzo 1951

 

Questo problema della potatura delle rose mi ha sempre preoccupata: ogni “esperto” ha il suo sistema ed è pronto a sostenere che il suo è migliore degli altri. Ho cercato di scegliere tra tanti insegnamenti e di metterne in pratica qualcuno, ma continuo a considerare la potatura delle rose una specie di scienza occulta. Poco tempo fa ho potuto vedere il giardino di una signora che tutti gli “Amici dei Fiori” conoscono, la C.ssa Mary Senni. Un giardino con tante varietà di rose: cespugli grandi, folti, pieni come non ne avevo visti altri. Come si fa a resistere?

 

Ho dovuto domandare quale fosse il suo segreto per la potatura e la signora mi ha risposto sorridendo: “Non le poto affatto, levo soltanto il legno morto”. Sono rimasta, devo dire, sbalordita: sarei stata incredula se non avessi saputo che la C.ssa Senni non lesina i suoi consigli e i suoi insegnamenti a chi è appassionato di giardinaggio. Ecco che, poche settimane dopo, mi è venuto sott’occhio un articolo sull’American Rose Magazine, intitolato “Sam metti via le tue forbici” e scritto da C. Hugh Blair, Presidente della Pittsburgh Rose Society. L’ho letto d’un fiato e penso valga la pena citarne alcuni brani.

“Bisogna potare corto – diceva Sam, il mio giardiniere – così mi hanno insegnato e così ho sempre fatto per avere delle belle rose”. E non perdeva un’occasione per tagliare e tagliare: le mie rose non avevano il tempo di cacciar fuori un getto nuovo senza che venisse scorticato a 15 cm. Quest’anno ho montato la guardia alle mie piante. Niente più potature, mi sono detto. Non è stato facile con Sam sempre all’agguato per poter tagliare almeno un rametto appena voltavo la schiena. Tuttavia posso dire che le mie rose non sono state potate affatto e che sono fiorite bene, proprio bene. Al conservatorio Philipps di Pittsburgh, dove coltivano migliaia di rose da esposizione, il direttore Frank Curto, mi dice che non le pota mai. Tagliano s’intende i rami seccati durante l’inverno, ma non di più. A Hershey, la potatura delle loro 50.000 piante è un rito e non si lasciano che i 15 cm regolamentari: devo ammettere che i loro roseti sono bellissimi. Ma per me, mai più una simile potatura. Io coltivo le rose per il piacere. Ho smesso di affannarmi intorno ad esse e crescono col minimo di lavoro da parte mia. Al piede metto un pacciame per scoraggiare le erbacce, le spruzzo per prevenire afidi e malattie, ma ora finalmente, posso sedermi davanti a loro e guardarle mentre esse lavorano a produrre bocci e fiori per riempire i vasi in casa. Senza potatura primaverile le mie rose, in autunno, erano alte e vigorose e hanno rivegetato abbondantemente. I fiori sono stati abbondanti, grandi, sani. Per un pò ho avuto paura che si sviluppassero soltanto in altezza, ma non ho aspettato molto a vedere nuovi getti dalla base, forti e numerosi. Alcune piante hanno triplicato il numero dei rami e il portamento si è conservato normale. E’ certo che non mi sono salvato dalle critiche di qualche amico. “Ma pota quelle rose, non vedi che hanno troppo foglie!” Ma io faccio notare i boccioli e devono ammettere che le mie piante ne hanno tanti quanti le loro. Disapprovano si capisce e continuano a potare fino ai 15 cm regolamentari perchè così hanno sempre fatto. Ora che le mie rose sono tanto sviluppate non ho bisogno di fare lo spilorcio quando ho voglia di recidere i fiori per la casa: mi resta un bel cespuglio folto anche se li taglio con un bel gambo lungo: posso levare anche qualche bocciolo se mi pare, senza paura di perdere troppi fiori. Posso godermi le mie rose, insomma, visto che le coltivo proprio per questo. E non posso impedirmi di pensare che le rose traggono stimolo e nutrimento dalle foglie tanto quanto dalle radici. Allora perché mutilarle di quanto serve loro per nutrirsi? Sam dice che la potatura rinforza le radici e io gli rispondo che un albero può anche morire se gli si tagliano troppo spesso i rami. Se un rosaio continua a vegetare anche dopo la potatura severa un anno dopo l’altro, questo dimostra soltanto quanto siano tenaci le rose. E dico, aumentate le loro possibilità e non potatele. L’estate scorsa ho potuto avere una conferma al mio punto di vista. Avevo notato, in passato, che una potatura troppo severa mi era costata qualche pianta. Sam diceva che sarebbero morte in ogni modo perché l’inverno era stato rigido. Ma avevamo avuto tanti inverni miti e le mie rose erano morte lo stesso. Quest’anno non ho perso una sola pianta e non voglio più rischiare: “Sam tieni le tue forbici in tasca!”

Io proverò questo sistema, è certo, e se qualcun altro vuol tentare vorrà farmi sapere il suo risultato?