Museo Rose Antiche

museo rose antiche

15 luglio, Santa Rosalia di Palermo

Rosalia, o Rusolia, figlia del duca Sinibaldo, signore di Roses, sarebbe stata imparentata con la famiglia Carolingia e nipote, secondo la leggenda, di re Guglielmo I: sarebbe nata a Palermo e vissuta alla corte della regina Margherita.

Scrive Agostino Ceccaroni nel suo Dizionario Ecclesiastico:

ancor giovinetta sprezzò ricchezze e pompe ed elesse di ritirarsi a penitenza in una grotta sul monte Pellegrino, sopra Palermo

Ceccaroni riporta alcuni versi di G. Borghi sulla sua vita nella grotta della serra Quisquina:

Letto il suol, bevanda e fonte,

l’eran cibo e i cardi e l’erba;

nel digiun, nei colpi acerba,

Sempre liete e sempre in duol.

Sarebbe morta nel 1160 ma fino al 1600 non si sapeva in quale delle grotte (oggi diventate ricche cappelle) si trovasse il suo corpo. Cominciarono le ricerche, fu trovata un’iscrizione, forse autografa, dove si parlava di Sinibaldo e di Ruggero II e, finalmente il 15 giugno 1965, era Papa Urbano VIII (Barberini), furono scoperte le sue reliquie.

A quel ritrovamento e all’intercessione della Santa la terribile peste del 1625 si placò e così scrive Borghi:

Sol dotata la cittade

Di quell’urna, di quell’ossa,

d’una sùbita percossa

l’empio morbo si quietò.

Le spoglie di Santa Rosalia furono solennemente tumulate nella Cattedrale del cardinal Giannettino Doria e il 15 luglio cominciò a celebrarsi una grande festa per la cessazione della peste. Si tirava per tutta Palermo il “carro di Santa Rosalia”, si tenevano lotterie, corse di cavalli, si sparavano dal monte Pellegrino straordinari fuochi d’artificio.

Il culto di Santa Rosalia è tutt’ora diffuso anche fuori dai confini siciliani. Numerosi artisti hanno immortalato la Santa palermitana: tra tutti J. Esteban Murllo, il grande pittore andaluso nel celebre quadro del Prado.

Liliana Beatrice Ricciardi