Museo Rose Antiche

museo rose antiche

I “cinque fratelli” della Rosa

Benché le funzioni delle parti floreali siano simili in tutte le specie di rose, la diversità di colore, dimensioni, presenza o assenza di profumo, epoca e lunghezza di fioritura sono da mettere in relazione con le condizioni cui ciascuna specie – il robusto arrampicatore dell’Himalaya o l’arbusto nano delle coste sabbiose della Scozia – si è adattata durante l’evoluzione. Questi mutamenti sono il segno del loro successo.

Alcuni di questi sembrano non essere di grande importanza per la pianta; eppure l’interesse per le rose, che data di assai prima dello sviluppo della moderna scienza botanica, è sempre stato così forte che si è tenuto conto delle molte osservazioni fatte. Una di queste riguarda la così chiamata estivazione, cioè la disposizione delle squame dei germogli, cioè dei sepali e dei petali, in un bocciolo non ancora dischiuso, della R. canina e di altre rose di macchia. Il chiarimento ci è fornito dal professor W.T. Stearn con il suo indovinello ”I cinque fratelli della rosa” (Huntia, 2 pagg. 180-4, 1965). Di questo antico enigma botanico d’epoca medioevale esistono diverse versioni in latino, di cui una è la seguente:

Quinque sumus fratres, et eodem tempore nati

Sunt duo barbati, duo sunt barba absque creati

Unus et quinque non est barbatus utrinque.

Siamo cinque fratelli, nati nello stesso momento

due provvisti di barba e due senza alcuna

e il quinto ha la barba a metà.

Nulla si sa dell’origine dell’indovinello e neppure si sa chi fu il primo a osservare il fenomeno dal quale fu creato; la tradizione orale lo fa risalire al dodicesimo secolo. Incomprensibile per il profano, si riferisce alla disposizione del calice nella rosa canina, i cui sepali circondano il boccio lasciando intravvedere i bordi frangiati. I sepali non si sovrappongono tutt’intorno in modo regolare: mentre due hanno entrambi i margini nascosti, due li hanno entrambi allo scoperto. Il quinto sepalo ha un margine nascosto e uno scoperto. Tutti i margini che sono all’esterno sono provvisti di ”barba”, mentre gli altri sono interi e questo fa sì che due sepali siano interamente frangiati, due interamente lisci e uno abbia un margine liscio e uno frangiato, come si può osservare nel disegno.

 

Nel diciassettesimo secolo, il saggista inglese Thomas Browne scrisse di questo fenomeno con molti particolari:

”Nulla desta più ammirazione dei cinque fratelli della Rosa e della curiosa disposizione delle appendici o barbe dei sepali… I due sepali lisci e interi si tengono sotto gli altri visto che sono privi di queste frange e quindi adatti ad essere coperti, mentre gli altri due, che sono forniti di barbe su entrambi i margini, sono più adatti alla loro funzione di esterni; il quinto sepalo ha un margine frangiato e uno liscio, quest’ultimo è liscio perché deve stare coperto mentre il margine frangiato sta all’esterno come gli altri…”

Tutte le osservazioni fatte sulle rose durante il medioevo hanno molto accresciuto il patrimonio culturale su tale soggetto. Oggi, soltanto strumenti moderni come il microscopio hanno permesso lo sviluppo di una nuova scienza, la citologia.

(Articolo tratto da: “La storia della Rosa” di Allen Paterson, ed. Garzanti)